Nel tempo la città di Maiori ha avuto stemmi di diversa fattura. Dalla documentazione attuale si evince che gli stemmi utilizzati sul gonfalone e sui documenti con intestazione Comune di Maiori, andando a ritroso nel tempo, sono nell’ordine i quattro descritti di seguito.
In precedenza, fino al 2014, è stato utilizzato è utilizzato uno stemma (in evidenza) costituito da uno scudo inquartato e sormontato da corona per il titolo di comune. Nel primo quarto a sinistra su sfondo d’oro, troviamo un castello al naturale posto su di un monte di colore verde. Nel secondo a destra su sfondo azzurro una scimitarra al naturale , posta in banda, con impugnatura in basso. Nel terzo, sempre su sfondo azzurro, un cavalluccio marino al naturale. Infine nell’ultimo quarto a destra, su sfondo d’oro, una ruota di mulino al naturale. La simbologia rappresenta l’antica città di Maiori, storicamente, fortificata e in lotta contro i Saraceni, ed, economicamente, dedita ai traffici marittimi e agli opifici (carta e paste alimentari). Questo stemma fu ideato da uno de ” I Costaioli”, la scuola dei pittori di Maiori, il maestro Ulderico Forcellino, che dopo l’alluvione del 25 Ottobre 1954, essendo consigliere anziano, subentrato al defunto Sindaco Salvatore Confalone, l’utilizzò a sostituzione dello stemma in uso fino ad allora.
Lo stemma utilizzato in precedenza è così descritto: ” D’azzurro, al vaso d’oro, dal quale esce una pianta di maggiorana al naturale, piantato su una campagna di verde e sormontato da un’aquila (la pojana, uccello locale) al naturale, con la testa rivolta a destra e tenente nel becco un rametto di maggiorana e accompagnata nel capo da cinque stelle d’argento disposte 2-1-2. Lo stemma cimato da una corona antica di nobile”. La maggiorana richiama il nominativo della città e le stelle. simboleggiano le 5 frazioni: Erchie, S. Pietro, S. Maria delle grazie, Vecite, Ponteprimario. Lo storico maiorese Filippo Cerasuoli, nonché sindaco della città, nel 1876 nella sua opera “Scrutazioni storiche, archeologiche, topografiche della vetusta città di Maiori”, invece lo descrive con “Majorana il titolo: lo stemma, un testo di persa, da cui un’aquila in volo ha spiccato, ed estolle in becco un fasciolo”.
Ancora prima il Comune di Maiori utilizzava ancora un diverso stemma riprodotto anche nei sigilli a secco, così blasonato dal Barone Antonio Guerritore in “Gli stemmi civici dell’antica repubblica amalfitana” , Roma-1920 : “Di azzurro al vaso d’oro con pianta di maggiorana, accompagnato in capo da corona radiata a cinque punte” annotando “così rilevasi dal suggello di tale Università nel vol. 3758, anno 1739, degli atti preliminari del Catasto e dalla raccolta degli stemmi dei comuni, del 1818. denominata fin dal XIV secolo: Reginna Maior”.
Infine è riscontrabile uno stemma del 1600, ancora visibile su due sculture su pietra di piperno alla base di un antico arco, nella piazza del Sedile di Maiori. Della blasonatura di questo stemma abbiamo solo un testo residuale leggibile a tratti: “Di … alla pianta di maggiorana di …, sormontata da una corona di …”. Esso veniva utilizzato nella seconda metà del Seicento a seguito del titolo di Città Regia, di cui Maiori venne insignita da Re Filippo IV di Spagna nel 1662.
Pagina realizzata con la consulenza dell’agente scelto Vincenzo Mammato, appassionato cultore di storia e arte locale.