Monte Falerzio e Santuario

Maiori ... ridenti colline, coltivate a vigneti ed agrumeti, e ripidi e alpestri monti rendono vago e sublime il suo aspetto, grato e desiderato il suo soggiorno. Innumerevoli personaggi distinti ed amatori delle belle arti, da molte parti d’Europa, in ogni anno, affluiscono per passare il mite inverno in questi luoghi amenissimi e incantevoli, dal mare azzurro, cui il Creatore rivolse molto il suo sorriso.

Fra le montagne più alte, che si distendono dalla parte ad oriente della città, distante da questa per quasi cinque chilometri di malagevole salita, ed a più di mille metri sul livello del mare, si eleva svelto e spigliato il monte Falesio o Falerzio.

A questo monte si accede da Maiori, per una strada accessibile, direi quasi mulattiera; i disagi che provansi nel superarlo, trovano largo compenso nello spettacolo, che da quivi si gode, di tutto quel complesso di meraviglie di natura, che indubbiamente commuove, destando i più vivi sentimenti di ammirazione e compiacimento.

Dall’amenissima vetta, allorché il cielo è sereno, si gode lo sterminato panorama del golfo di Salerno e della Costiera d’Amalfi, disseminato di innumerevoli e ridenti paesi, che si rispecchiano nelle chiare onde del mare, dalle quali sono bagnati. Si dominano le antichissime città di Ravello e di Scala, e la immensa e sinuosa vallata, ove sono situati Maiori e Tramonti. Come sfondo del pittoresco paesaggio, si scorge, a relativa distanza, il Vesuvio col suo pesante pennacchio, che si osserva tra le montagne di Chiunzi e di Cerreto.

Se si è sopraggiunti dalla nebbia, che a brevi periodi avvolge come in nero ammanto la cresta del monte, allora lo spettacolo è più severo e più imponente, imperocché si rimane per molte ore sospesi in uno specioso ambiente, tra l’effetto che deriva dallo sconvolgimento delle meteore aeree, ed il portentoso manufatto della Creazione, cioè tra la nebbia in base, in alto l’immensa volta del Firmamento.

Poco più giù della vetta di questo Monte, che oggi comunemente appellasi Avvocata e, propriamente sullo spianato che vedesi al di sopra di un appicco roccioso, vi esisteva un Eremo Camaldolese, con una chiesa dedicata alla Vergine dell’Avvocata, ed un piccolo Santuario, in una sottostante grotta, ove osservasi tuttora, effigiati in affresco, la Vergine predetta, i dodici apostoli, la Madonna dell’Annunziata, l’Arcangelo Gabriele e dieci angioletti>> ( Cenni storici sulla origine del Santuario della Vergine dell’Avvocata - A.Scannapieco - 1893).

La Chiesa dell’Avvocata è ubicata sul ripiano del Monte Mirteto ai piedi del Monte Falerzio (1024 mt) a circa 900 metri sul mare, al vertice di una lunga parete rocciosa.

Dal 1687 poi, fino al 1807, ossia alla soppressione decretata da Giuseppe Bonaparte, il monte Avvocata fu sede di un fiorente Eremo, regolarmente eretto dai Camaldolesi di Monte Corona. Senza dubbio questo periodo, in cui tra l’altro il monastero ospitò una ricchissima biblioteca, rappresenta il secolo d’oro nella vita del Santuario, di cui ancora oggi ammiriamo le vestigia.