Il Palazzo Mezzacapo . |
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Il comprensorio sul quale oggi insiste il palazzo con i giardini era in origine di proprietà della chiesa di S. Maria a Maria e venne nel tempo affidato a diversi ecclesiastici, che ne traevano le rendite in loro beneficio.
Primo prevosto fu Guido (o Guidone) Bonaventura (1505-1508), di nobile famiglia Urbinate caudatario del Cardinal Riario. Il 20 agosto 1507 il notaio Bartolomeo Cinnamo di Maiori stipulò l’atto con cui il Bonaventura, «preposito maioris ecclesie maiorane» e i venerabili preti e canonici della chiesa collegiata di S. Maria de Mari, immettevano il signor Vinciguerra Lanario nel possesso reale di un complesso di beni, pertinenti al beneficio semplice della Maggior Chiesa Amalfitana detto de Sala seu de Cammara, commendato al cardinale Raffaele Riario, composti da vigna, orto, canneto,‘bottaro’ e palmento, siti nella Terra di Maiori «sotta lo Campo et alo Santo», del valore di ducati 690 e l’annuo reddito di ducati 23, permutati con un complesso di beni dello stesso valore e gravati dello stesso annuo reddito, siti nella Terra di Maiori in Vecite, Trapulico e nella Terra di Tramonti nel luogo detto lo ponte de messer Leo, come dall’atto inserito, rogato dal notaio Gabriele de Cunto in data 1506, nov. 4, X, Napoli. (Archivio della Chiesa Collegiata Santa Maria a Mare di Maiori, Archivio Capitolare, Negozi, busta 91, fascicolo 37). Il palazzo fu dagli eredi di Giacomo Lanario, morto nel 1551, poi ceduto alla famiglia Mezzacapo (de Mediocapite), originaria di Minori ma trasferitasi a Maiori nella prima metà del Quattrocento, che provvide a ristrutturarlo in più riprese. Nel 1583 il nuovo proprietario del palazzo Giovanni Antonio Mezzacapo e il nobiluomo Giovan Francesco Citarella appaltavano al cavese Giovannantonio Salsano la costruzione di un ponte sul fiume Reginna che doveva unire le piazze antistanti i due palazzi dirimpettai. (Società Napoletana di Storia Patria, Manoscritti Staibano, c. 570).
A Gaetano Mezzacapo, sposo della marchesa Marianna Pepoli di Castiglione, si deve la sistemazione e decorazione attuale del palazzo nelle forme settecentesche destinate a coprire le severe forme cinquecentesche che ancora a metà del secolo distinguevano la costruzione. Del palazzo furono ospiti la Regina Madre Maria Isabella di Borbone, vedova di Francesco I, Re delle Due Sicilie, il 26 ottobre 1833; il ministro Nicola Santangelo nel 1837, per controllare lo stato dei lavori per l’apertura della strada costiera insieme all’Intendente della Provincia di Principato Citra e a Guido Mezzacapo, Deputato delle Strade (Società Napoletana di Storia Patria, Manoscritti Staibano, cc. 576. 581); il tenore Enrico Caruso.
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